CSI Piemonte: almeno 100 dipendenti inutili!

Secondo gli industriali il consorzio pubblico nelle attuali condizioni non è appetibile a eventuali partner privati. Servono tagli al personale e garanzie sulle commesse della Sanità. Giordano va su tutte le furie. Cerutti (Sel): “Manca una strategia comune tra gli assessori”.

Così com’è il Csi non è appetibile. Nessun privato potrebbe avere interesse ad acquisirlo. A sostenerlo è Renato Bellavita, vice presidente della sezione Ict di Confindustria, intervenuto durante la Commissione Bilancio della Regione Piemonte. Secondo gli industriali la pianta organica dell’azienda informatica pubblica conta almeno cento esuberi in un ente in cui manca una virtuosa corrispondenza tra costi e ricavi. Si tratta di circa il 10% dell’intera forza lavoro dell’azienda. Affermazioni che hanno fatto sobbalzare dalla sedia l’assessore Massimo Giordano tanto più che a pronunciarle è stato uno dei possibili partner privati del consorzio. “Non si può dire una cosa durante le riunioni private salvo poi cambiare versione in sedi pubbliche” è stato lo sfogo di Giordano. Un voltafaccia, espresso con un linguaggio crudo (definendo “inutili” gli eventuali esuberi), dopo che settimane fa gli stessi rappresentanti degli industriali avevano manifestato grande interesse, arrivando addirittura a prefigurare una cordata di imprenditori locali in grado di partecipare allo spin-off. Incontro in cui si sarebbe definito la modalità di coinvolgimento degli stakeholder, senza ovviamente entrare nel merito delle possibili soluzioni. Nelle intenzioni di Giordano dovrà essere un’apposita commissione aggiudicatrice – composta da esperti e da membri indicati dalla Guardia di Finanza – a determinare l’esito della gara. Insomma, il sospetto è che i privati vogliano scaricare il più possibile sul pubblico i costi – anche sociali – della ristrutturazione per poi comprarsi il Csi per un tozzo di pane.

Inoltre, sempre secondo i vertici di Confindustria, per attirare investitori sarebbe necessario ottenere le commesse per l’informatizzazione della Sanità, un tema che tira in ballo direttamente l’assessore Paolo Monferino, un altro che con Giordano ha un rapporto quantomeno altalenante. Il Csi continua a essere un nervo scoperto per la giunta guidata da Roberto Cota, che ancora non pare avere le idee chiare su quale sia la soluzione migliore per salvare il patrimonio umano e tecnico di un ente al collasso finanziario, con una parte del personale in cassa integrazione e che da mesi non paga i propri fornitori, motivo per cui Confindustria aveva chiesto di essere audita in Commissione. I debiti scaduti, secondo quanto riportato raggiungerebbero i 70 milioni e altrettanti starebbero per scadere. «Continuare come sta procedendo la giunta, senza una linea comune, senza avere neanche chiaro in questo momento chi sia il presidente del Csi Piemonte è del tutto irresponsabile» attacca dall’opposizione il capogruppo di Sel Monica Cerutti.

Intanto Giordano ha comunicato di aver istituito un fondo di “smobilizzo crediti” attraverso Finpiemonte, anche se è stato rilevato che molte aziende non possiedono le garanzie necessarie per accedervi, un fondo di garanzia per le grandi imprese, e un accordo con Sace come intermediario garante fra gli enti pubblici consorziati e il Csi Piemonte. Un altro modo per assicurarsi il domani, del dopo non v’è certezza.

[Fonte: Lospiffero.com]

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6 risposte a CSI Piemonte: almeno 100 dipendenti inutili!

  1. fausto ha detto:

    Sono modi diversi di intendere lo “stipendificio”: questo ente aderisce ancora al sorpassato modello degli anni ’80, che pretendeva di dare un pezzo di pane a tutti. Oggigiorno si preferisce spendere gli stessi soldi per i benefit a sei zeri di qualche manager; la bancarotta conclusiva è tipicamente invariante.

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